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CIBO CHE INFIAMMA?

Negli ultimi anni si è diffusa sempre di più l’idea che alcuni alimenti possano “infiammare” il corpo, provocando gonfiore, dolore muscolare o addirittura problemi di salute.

📌 Lo zucchero bianco. 📌 La farina raffinata. 📌 Il riso bianco, le patate, la pasta. 📌Le melanzane e i pomodori. 📌 I latticini.

Molti li considerano responsabili di infiammazione intestinale o sistemica, tanto da evitarli del tutto, spesso con la convinzione di stare facendo la scelta giusta per la propria salute.

Ma cosa dice davvero la scienza?


Prima di rispondere a questa domanda, è importante fare una distinzione.

Esistono persone con condizioni specifiche – come intolleranze, allergie o malattie autoimmuni – per cui alcuni alimenti possono effettivamente creare problemi. Ma per la maggior parte delle persone sane, non esistono cibi che “infiammano” l’organismo di per sé.

Infatti, ad oggi, non esistono studi scientifici che dimostrino che zucchero, farina bianca o latticini siano dannosi per la salute se inseriti in un’alimentazione equilibrata. Se fosse vero che certi cibi fossero intrinsecamente “infiammatori”, sarebbero dannosi per chiunque, il che semplicemente non accade.

Allora perché tante persone notano miglioramenti eliminandoli?

Molte persone dopo aver tolto determinati cibi riferiscono di sentirsi più leggere, meno gonfie o più energiche. Questo, però, non significa che quegli alimenti fossero “infiammatori” o “tossici”.

Ecco cosa accade in realtà:

Si riduce il carico calorico → Spesso, eliminare certi cibi porta automaticamente a mangiare meno e, di conseguenza, a perdere peso. Questo può ridurre alcuni sintomi legati a un’alimentazione squilibrata. Si migliora la qualità generale della dieta → Se prima si tendeva a eccedere con zuccheri o farine raffinate, eliminarle può portare a un consumo maggiore di frutta, verdura e proteine. Si introducono altre buone abitudini → Chi elimina certi cibi spesso inizia anche a muoversi di più, bere più acqua e fare scelte più consapevoli, con un impatto positivo sul benessere generale.

Ma il punto chiave è questo: il miglioramento non dipende dall’eliminazione di un alimento specifico, ma dal miglioramento generale dello stile di vita.

Cos’è che davvero crea infiammazione?

Se c’è un fattore strettamente legato all’infiammazione cronica, è l’eccesso di grasso corporeo e la sedentarietà.

🔸 Quando la percentuale di grasso corporeo è molto alta, l’organismo produce citochine infiammatorie, sostanze che contribuiscono a uno stato infiammatorio cronico. 🔸 Anche la mancanza di movimento ha un impatto importante: il corpo ha bisogno di essere attivo per mantenere un equilibrio ormonale e metabolico ottimale. 🔸 Lo stress e la qualità del sonno giocano un ruolo fondamentale: uno stile di vita frenetico, con poco riposo e molta tensione, può alterare i livelli di cortisolo e contribuire a uno stato infiammatorio.

Quindi, più che concentrarsi su “quali cibi eliminare”, sarebbe più utile chiedersi: Sto fornendo al mio corpo un’alimentazione varia e bilanciata? Sto mantenendo una buona composizione corporea? Mi muovo abbastanza durante la giornata? Sto dormendo e gestendo lo stress in modo adeguato?

Demonizzare il cibo porta a un rapporto rigido e conflittuale con l’alimentazione, che spesso si traduce in restrizioni inutili e ansia legata ai pasti.

Il cibo non è un nemico. Non esistono alimenti “buoni” o “cattivi”. Qualsiasi cibo, se consumato in eccesso, può creare problemi. Ma se inserito in un’alimentazione equilibrata, nessun alimento è da temere.

Mangiare in modo sano significa trovare un equilibrio sostenibile, senza privazioni forzate o sensi di colpa. E ricordiamoci che la salute è molto più del semplice evitare certi cibi: è movimento, gestione dello stress, qualità del sonno e, soprattutto, un rapporto sereno con il cibo.

“Ogni eccesso genera malattia.” Eschilo

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